Su di me

Mi sono imbattuta nella Tecnica Alexander ad un seminario di flauto, il mio strumento; avevo più o meno diciotto anni. Ho provato subito una fortissima curiosità: non c'era bisogno di un abbigliamento alla moda né di essere particolarmente atletici, eppure l'insegnante di T.A. sembrava apprezzare aspetti della mia persona che sfuggivano ai più; le mie energie crescevano, la mia tranquillità interiore ugualmente.
Questo incontro si è fatto consuetudine: avevo sempre un motivo per fare lezione di TA, dal desiderio di suonare con più scioltezza, a quello di sentirmi più rilassata; non sapevo ancora che avevo intrapreso un cammino dalle molte tappe: il beneficio di un diffuso e temporaneo  rilassamento, la comprensione di atteggiamenti (parola felicemente ambigua, che sta ad indicare sia un'azione corporea sia una dimensione mentale) più "salutari" rispetto ad altri, il superamento di consuetudini radicate nella personalità e nella muscolatura a favore di un "nuovo" e più consapevole equilibrio psico-fisico, l' affermazione di un sé da tutelare nell'incontro/scontro con le cose di tutti i giorni.
Poi, durante la formazione professionale come insegnante di Alexander Technique, ho lavorato su tematiche affascinanti: la fondamentale differenza fra la "manipolazione" della persona e la sua partecipazione attiva; la soggettività e la sostanziale imprevedibilità di ogni processo di apprendimento "corporeo", l'influenza profonda che ogni cambiamento cosiddetto "fisico" esercita sulle emozioni, gli umori e le energie vitali dell'individuo. Nella Alexander Technique i mezzi usati per raggiungere un qualche risultato acquistano valore sopra l'obiettivo stesso. Questo è il punto fondamentale: nel processo di cambiamento l'allievo si appropria di strumenti personali di valutazione e critica.

La Tecnica Alexander ha contribuito fortemente alla mia consapevolezza psichica e fisica: ho imparato ad avere più attenzione a me stessa ed agli altri, ho sviluppato e guadagnato capacità di dedicarmi ad attività impegnative, pazienza di fronte alla necessaria lentezza con cui si stabilizza un cambiamento, indulgenza di fronte alla mia "imperfezione", curiosità nei confronti della salute e del benessere ... Forse per tutto questo dovreste provare ... vi pare poco?